Ci risiamo. Se il 2020 è iniziato sorprendentemente bene per l’azienda italiana che il tempo mi ha insegnato a detestare con maggior passione (grazie, Christian, per la segnalazione), non può dirsi lo stesso per un popolarissimo brand amante della tradizione. Guardiamo l’ultimo spot Findus.
Scopriamo che un gruppo formato da due bimbe e due bimbi sta girando l’Italia col potentissimo agronomo Findus, unica persona in grado di riconoscere gli ingredienti migliori per il minestrone tradizione!! Stacco di scena e ci troviamo a casa dove, mentre un bimbo, una bimba e un uomo sono seduti in attesa, una donna porta in tavola il prodotto pubblicizzato. “Dietro le cose buone, c’è sempre qualcuno che se ne prende cura”, dice il bambino mentre vediamo la madre baciare suo figlio intento a mangiare. Parliamone.
Ho scritto dello spot di questo stesso prodotto nel 2017 – duemiladiciassette. Quasi tre anni fa. Alla luce di ciò, è impressionante notare come la struttura pubblicitaria sia rimasta assolutamente invariata, fatto salvo per dettagli secondari. Anche lo spot del 2017 cominciava con la raccolta degli ingredienti e una narrazione maschile (allora un rappresentante Findus, adesso un bambino). E anche lo spot del 2017 finiva con la donna che serve il minestrone Findus.
Se da un lato possiamo riconoscere un’integrazione interessante nell’ultima pubblicità – la presenza di un gruppo comprendente sia bambini che bambine attivamente impegnati e impegnate nello studio del lavoro di ricerca e raccolta (la figura professionista è sempre solo maschile, però) – dall’altro possiamo individuare anche un netto peggioramento nelle modalità rappresentative della scena domestica. Sebbene la sostanza sia esattamente identica, nel 2017 si faceva l’accortezza di mostrare soltanto le mani che preparano e servono, e la donna siete poi insieme al resto della famiglia a mangiare. Nel nuovo spot Findus, invece, l’attività di servizio della donna è scandita con maggior chiarezza. La vediamo, figura intera, portare in tavola il pasto mentre compagno, figlio e figlia, attendono di mangiare.
Degna di nota è anche la frase pronunciata dal bambino: “Dietro le cose buone, c’è sempre qualcuno che se ne prende cura”. Il tempismo con cui ci è dato di sentirla comunica con trasparenza ciò a cui si riferisca. Da un lato all’agronomo, che ha lavorato per trovare i prodotti migliori, e dall’altro alla donna che si prende cura della propria famiglia cucinando e portando in tavola il minestrone Findus.
Questa pubblicità Findus comprende tutti gli elementi necessari a essere connotata come stereotipata rispetto ai ruoli conferiti ai sessi. Ponendo a margine la questione carina delle bimbe e dei bimbi, per il resto quello che vediamo è un uomo a lavoro fuori casa (più uno passivo e in attesa di essere servito in casa) e una donna a lavoro dentro casa. La figura femminile è aderente al modello CMM – casalinga, moglie, mamma – rappresentata con figli/e, con un compagno e con responsabilità di cura sono sulle sue spalle. Immancabile il sorriso stampato sul volto di lei mentre porta il minestrone Findus a tavola e dopo aver baciato suo figlio per dimostrarci con quanto amore se ne prende cura (figuriamo se si siede a mangiare anche lei).
Va sicuramente dato atto a Findus che “tradizione” è una parola che calza a pennello sull’immagine del brand e dei suoi prodotti. Poi, alla luce del fatto che “tradizione”, nelle nostre culture, sia un concetto inscindibile dalla divisione patriarcale dei ruoli dei sessi (donne a casa a cucinare e prendersi cura della prole; uomini fuori a lavoro per procurar la pagnotta), mi auguro che Findus abbia bene in mente quel che va a promulgare con le proprie rappresentazioni pubblicitarie.
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Alla prossima e, mi raccomando, occhio allo spot.
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